A. La rete e i nuovi processi di comunicazione
B. L’approccio sincronico
C. La rete e la Chiesa
D. Il Progetto “Studi Semeriani”
A. La Rete e i nuovi processi di informazione e comunicazione
Quando, nel 2001, in un saggio dal titolo “Digital Natives, Digital Immigrants”1, Marc Prensky denunciò, per la prima volta, che il sistema di formazione americano aveva, ormai, i giorni contati perché gli studenti, ai quali pretendeva di rivolgersi, erano cambiati radicalmente, nessuno avrebbe potuto immaginare la rivoluzione che, in poco più di un decennio, ha finito per travolgere i sistemi educativi di tutto il mondo, i modi di pensare, i modi di confrontarsi, di essere insieme, lo stesso modo di vivere e testimoniare la fede.
Studi approfonditi già segnalavano che i giovani impegnavano meno di 5.000 ore della loro vita a leggere mentre trascorrevano oltre 10.000 ore tra videogiochi, internet e cellulari, scambiandosi email e messaggi istantanei. Senza parlare delle 20.000 ora occupate a guardare la TV.
Era in atto una radicale modifica dei processi di informazione e comunicazione e Bruce D. Perry2, del Baylor College of Medicine, sollecitava una seria presa di coscienza da parte delle più importanti agenzie educative. Differenti modalità di esperienze avrebbero portato, infatti, a diversi approcci alla conoscenza, a differenti strutture celebrali, tra genitori e figli, studenti e docenti, con evidenti ripercussioni sul piano della comunicazione ma anche su quello educativo e della formazione.
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B. L’approccio sincronico, iconico, multimediale e multitasking
Oggi i risultati di quelle trasformazioni sono sotto gli occhi di tutti. Le nuove generazioni, piuttosto che tramite i giornali, o la televisione, preferiscono informarsi su internet, consultano Wikipedia e condividono immagini, esperienze audio e video, attraverso Flickr, i podcast e Youtube. Snobbando il pc, mantengono contatti con amici, colleghi e parenti dal tablet e dallo smartphone con la messaggistica istantanea di Istagram, Whatsapp, Facebook e Twitter.
Mentre i loro genitori comunicano attraverso sms, mms ed email, i nativi digitali fanno il pieno di multimedia con Skype, Viber, Wechat, integrando gli elementi testuali con la realtà aumentata ed i sistemi gps: per concordare un appuntamento, per inviare la foto e gli ingredienti della torta di compleanno fatta dalla mamma, per condividere la canzone del campo scout, per verificare, in una classe virtuale, lo studio di una funzione.
Testo, immagini, audio e video insieme in un complesso sistema di comunicazione multitasking che, pur divenuto espressione comune tra i più giovani, trova ancora non poche resistenze da parte di tanti genitori ed educatori immigrati digitali.
Il flusso de<a name=”up”>lla comunicazione 1>1 esplode per lasciare il passo alla comunicazione 1>molti, a quella molti>molti, attraverso la realizzazione di veri e propri portali internet in cui gruppi di utenti discutono, collaborano alla realizzazione di progetti, distribuiscono informazioni e servizi, con l’ausilio di cms, feed e cloud storage.
Ci si è chiesti, quindi, da più parti,“Perché fare centinaia di chilometri per andare in biblioteca e prenotare un volume quando c’è la possibilità di accedere allo stesso direttamente da casa? Perché aspettare che arrivi una lettera, che ci spediscano un articolo, un saggio, quando è possibile, in tempo reale, accedere agli archivi digitali presenti in rete e scaricare materiale di ogni tipo, aggiornato in tempo reale, per le proprie letture, per le proprie ricerche?”
Probabilmente, anche gli studi storici possono trarre vantaggio da un nuovo approccio allo studio della fonti. Un approccio che, senza nulla togliere alle biblioteche, alle emeroteche, provi a rispondere alle esigenze del professionista senza trascurare quelle dell’utente comune: esigenze di opportunità e di funzionalità. Magari assicurando un accesso diretto ai documenti, sollecitando la curiosità, gli interessi settoriali – nel rispetto dei tempi individuali – provando a coinvolgere ciascuno in un progetto sincronico di conoscenza che sia, nel contempo, aperto, dinamico, reticolare e collaborativo.
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C. la Rete e la Chiesa sono due realtà da sempre destinate ad incontrarsi.
In un tale contesto, che vede le nuove tecnologie digitali non più tools, strumenti esterni funzionali alla conoscenza, ma parte integrante di essa – un tessuto connettivo 3, attraverso il quale comunichiamo, trasmettiamo valori, e relazioni, nel quale viviamo e dal quale mutuiamo parte cospicua della nostra concezione della realtà – anche lo studioso del Semeria si pone, di fronte alla domanda: “Può la testimonianza della fede rinunciare ad un contesto di relazioni digitali dentro il quale le persone si incontrano, lavorano e pensano insieme?”
Certamente no.
La Evangelii Nuntiandi, fin dal 1975, ha, del resto, invitato la Chiesa e i cristiani a “vivere il proprio tempo”, servendosi di tutti i mezzi che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati, per «predicare sui tetti» il messaggio di cui è depositaria in modo da poter estendere quasi all’infinito il campo di ascolto della Parola di Dio, e far giungere la Buona Novella a milioni di persone” 4.
Lo stesso Semeria, utilizzando, magistralmente, le tecniche della comunicazione, aveva diffuso, con ogni mezzo, le “nuove idee”, rafforzando, il proprio impegno sacerdotale e raccogliendo, copioso, nell’ora del bisogno, l’obolo della carità per i suoi orfani.
Consegnando la sua esperienza alla rete, chiunque lo voglia può riascoltare la voce del grande oratore, avere conferma della sua fede sincera, prendere atto di un’impegno di carità straordinario vissuto all’insegna della promozione culturale e sociale della donna, dei poveri, dei più bisognosi. All’interno di un continente digitale formato da uomini e donne reali che portano con sé le proprie ansie, la ricerca del vero, del bello e del buono.5
lui stesso ne avrebbe, certamente, approfittato considerando questa opportunità una ulteriore possibilità di assicurare alla rete una marcia in più aprendola alla trascendenza; una straordinaria opportunità “per permettere all’infinita ricchezza del Vangelo di trovare nuove forme di espressione capaci di raggiungere le menti e il cuore di tutti”7.
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D. Il Progetto “Studi Semeriani”
Nessun media, come la rete, può, del resto, meglio rendere giustizia alla vastità e alla complessità del suo impegno di studioso, della sua opera di sacerdote, di apostolo della Carità.
La sfida è quella di aprire le porte degli archivi per rendere disponibili a tutti – studiosi, curiosi, distratti cibernauti (sailor) – foto, documenti, video, pubblicazioni, informazioni di ogni tipo “ut fratris tam praeclari inlustrare possis ingenium, mores, doctrinam” 8.
Elemento cardine del Progetto è il sito internet 9 che, attraverso una serie di menu a tendina, permette, tra l’altro, di accedere in modo semplice e immediato a:
• una biografia del Padre Barnabita, divisa in 12 capitoli essenziali;
• una breve raccolta di pensieri tratta dalle opere del Semeria ed organizzata in diverse tematiche (La Questione Sociale, L’Educazione …);
• una bibliografia che introduce al contesto storico, con particolare riferimento alla cultura cattolica del primo Novecento, all’esigenza di rinnovamento, alla Grande Guerra, alla Questione Meridionale e alla Questione Modernista;
• una ricca bibliografia che ripropone articoli, saggi, volumi scritti dal Semeria, e sul Semeria, organizzata per tipologia di contributo (studi storici, filosofici, sociali, religiosi, letterari, pastorali, agiografici, apologetici …) con una specifica sezione destinata ai materiali pubblicati su giornali e riviste online, italiane e straniere;
• una biblioteca virtuale dalla quale scaricare, gratuitamente, volumi e saggi, fondamentali per un approccio critico allo studio del Padre Barnabita;
• un’antologia essenziale, tratta dagli scritti più significativi ed organizzata in 9 diverse sezioni, tra le quali, segnalo: la Chiesa e il mondo moderno, l’impegno dei laici, la questione morale, la sfida educativa;
• una sezione multimediale dalla quale è possibile accedere a numerosi file immagine, audio e video;
• una breve introduzione al processo di canonizzazione;
• un quadro sintetico delle opere di carità realizzate dal Semeria, con il P. Minozzi, dopo la fondazione dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia.
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(segue a pag. 2)
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