Al clero, e agli spiriti liberi che – come il giovane Minozzi – sentivano “doveroso approfondire la conoscenza dei pensatori moderni” per scoprire in essi quella favilla di vero che vi splende16 raccomandava, quindi, lo studio perché potessero essere gli artefici di un risveglio, autentico, del pensiero cristiano senza, per questo, nulla togliere alle reali, profonde, necessità della dottrina17.
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Lo studio e la ricerca teologica
Col suo impegno di studioso ed oratore sollecitava, infatti, il clero, gli intellettuali, i teologi, a conciliare con la morale – e il pensiero cristiano – il frutto delle nuove scienze, delle più recenti scoperte – specie nel settore della critica storica – in modo che la pratica della religione e l’onestà intellettuale dello scienziato potessero procedere di pari passo con la conoscenza scientifica, nella prospettiva di arrivare a un’interpretazione della realtà, integrale, sinceramente cristiana.
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I Quaresimali e gli Avventi
A S. Lorenzo in Damaso alla Cancelleria, nel marzo 1897, quando Padre Giovanni Semeria teneva i suoi quaresimali, “la folla si accalcava, …. invadeva l’abside e i gradini dell’altare maggiore”1 nell’attesa di vedere, di ascoltare, quello che era divenuto uno dei più richiesti, e popolari, oratori sacri della capitale; colui che, superando la predica, aveva inventato la conferenza2 ed apriva, nei suoi discorsi, alla speranza, al rinnovamento.