Che Padre Semeria fosse stato, nel suo tempo, “il più noto, il più ascoltato, il più acclamato dei sacri oratori in Italia” è dato, ormai, acquisito ai più. Il Gentili ricorda: “mesi mariani, novene, tridui, spiegazioni del Vangelo, esercizi spirituali al clero e al popolo, quaresimali (anche due contemporaneamente), conferenze e congressi… Non gli bastavano i pulpiti! … in Francia, in Svizzera, in Belgio, in Inghilterra, persino in America… Si trattasse del varo di una nave o della inaugurazione di un monumento qualsiasi, ogni tema era suo. Tanto che un arguto ecclesiastico ebbe a dire: «Non gli manca che fare un discorso sulle corna del diavolo»”1.
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Gli Inni della Chiesa (1903)
In questa sezione presenteremo una scheda critica essenziale dei volumi che risultano fondamentali per comprendere il pensiero e l’opera del Padre Barnabita.
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P. Giovanni Semeria ed Achille Ambrogio Damiano Ratti (Pio XI)
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G. De Sando “Giovanni Semeria cappellano militare, padre degli orfani di guerra: Ricordi ed aneddoti” (1934)
Del volume sono anticipati i contenuti più rilevanti, le edizioni più significative, le note critiche di maggior rilievo, ed è resa disponibile una versione in pdf/a per il download perché il lettore possa utilizzarla, nella lettura domestica, con il proprio pc, con il proprio ipad, cercando all’interno del file, evidenziando, appuntando, le riflessioni che ritiene di maggiore interesse.
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Quotidiani e Riviste in rete [stranieri]
Chi ha modo di scorrere, con attenzione, i riferimenti bibliografici utilizzati, fin dagli inizi del Novecento, dai vari autori che, in articoli e saggi, hanno contribuito a presentare la figura del Semeria, può facilmente notare come questi, nella quasi totalità, rimandano a testi italiani sottolineando, nel migliore dei casi, la rilevanza assunta dal padre barnabita all’interno del contesto nazionale, come studioso, modernista, apostolo della carità. Eppure, basta allargare un poco la prospettiva della propria ricerca storica per constatare quanto sia limitato restringere il padre barnabita al contesto nazionale.
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Il “Caso Semeria” e l’esilio a Bruxelles
Quando, “Il Lavoro” di Genova, scrisse, per la prima volta2, che il P. Semeria sarebbe stato mandato in esilio a Buxelles, il 2 settembre 1912, i giornali locali, gli amici, si mobilitarono e non mancò chi, dalle pagine de “L’Azione”, il 29 settembre, arrivò a lanciare l’idea di un referendum a favore del barnabita. A sua difesa si mossero socialisti, liberali e non credenti creando motivo di scandalo tra i più conservatori.3 “Figlio di obbedienza”, il Semeria, lasciò, comunque, l’Italia e giunse nella casa di San Bartolomeo, in Avenue Brugmann, a Bruxelles, il 28 settembre 1912.
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G. Mesolella “P. Giovanni Semeria tra scienza e fede”, Ed. Dehoniane, Roma 1988
In occasione del 150° anniversario della nascita del P. Semeria, avvenuta a Coldirodi di Sanremo (Imperia) il 26 settembre 1867, rendiamo disponibile, per i nostri lettori, una delle più recenti ed organiche biografie del Padre barnabita, nella certezza che possa offrire loro ulteriori spunti per meglio comprendere l’attualità del suo pensiero e l’importanza della sua opera di studioso, di apostolo della Carità.
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P. Giovanni Semeria e Giuseppe Melchiorre Sarto (Pio X)