“Non si giunge mai alla verità, si è nel vero
quando e in quanto si è orientati verso la verità” 3
– “Il nuovo metodo c’impone di risalire alle fonti e severamente controllarle; è certo meno comodo; ma esso ed esso solo, mettendoci a contatto con la realtà viva, ci permettere di cogliere l’opera genuina di Dio” 1;
– “La rivelazione cresce attraverso le dinamiche di una concreta cultura di persone storicamente contestualizzate, con i loro limiti che inesorabilmente traspaiono nelle formule bibliche e che sono anche la prova inconfutabile della storicità della rivelazione stessa” 2;
– “La verità per noi oggi non è possesso e stasi, è conquista, sforzo, marcia. Non si giunge mai alla verità, si è nel vero quando e in quanto si è orientati verso la verità. Questo è sicuro. Bisognerà assumere questa attitudine, essere i cercatori amorosi della verità.” 3
– “La vita di Gesù non si può studiare, se prima non siasi assodata l’autorità storica dei quattro Vangeli, come non si può studiare la vita di Giulio Cesare, se non siasi fatta prima la critica delle fonti. Rammentate infatti, signori miei, che non si tratta più oggi di studiare la vita del Cristo con l’ingenuità medievale, ma con le esigenze di un’età critica come la nostra.” 4
– “I Vangeli non sono l’opera solitaria d’un uomo, sono il frutto maturato in un ambiente; e la loro autorità storica (non parlo ora della divina che è oggetto di fede) non nasce tanto dall’essere ciascuno all’ombra d’un nome grande, quanto dall’essere tutti sotto la garanzia delle primissime generazioni cristiane.” 5
– “Non sarebbe strano pretendere, in pieno secolo XX, un servilismo da cui furono immuni gli uomini del secolo XII?”6
– “… il primo a protestare contro coloro, i quali di fronte all’ateismo d’oggi si contentano di ripetere tali e quali i famosi cinque argomenti di S. Tommaso nella sua Summa Theologica, ...il primo a protestare sarebbe proprio lui, S. Tommaso. Il quale, se vivesse oggi, non ripeterebbe quella dimostrazione, la rifarebbe, avendo presenti non i rari atei dei suoi giorni, ma tutti questi materialisti e positivisti dei nostri giorni.”7
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1. P. G. Semeria “I miei tempi”, Amatrix, Milano 1929, pag. 185.
2. G. M. Rizzi “Semeria e la Sacra Scrittura” in “A 75 anni della morte del Servo di Dio P. Giovanni Semeria. Una coscienza insoddisfatta” (a cura di F. M. Lovison), Roma, “Barnabiti Studi”, n. 25 (2008), pag. 70.
3. G. Semeria “Anni Terribili. Memorie inedite di un “modernista” ortodosso (1903-1913)” (a cura di A. Zambarbieri e A. Gentili) San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2008, pag. 306.
4. G. Semeria “Dogma, Gerarchia e Culto nella Chiesa primitiva (Lettere storico-artistico-religiose)”, Federico Pustet, Roma 1902, pag. 2.
5. G. Semeria “Dogma, Gerarchia e Culto nella Chiesa primitiva (Lettere storico-artistico-religiose)”, op. cit., pag. 3.
6. G. Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)” Federico Pustet, Roma 1903, pag. X;
7. G. Semeria “Scienza e Fede e il loro preteso conflitto. La critica della Scienza (Letture storico-artistico-religiose)” Federico Pustet, Roma 1903, pag. 136;
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